La Seconda venuta di Gesù Cristo

Giudizio Universale di Hans Memling,
conservato al Museo Nazionale di Danzica

Quale sconforto nel leggere la catechesi di Cirillo di Gerusalemme sulle due venute di Cristo: «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo (Cat. 15, 1. 3; PG 33, 870-874).

Il buon Dio rivelato in Gesù è un Dio “provvisorio” , un Dio “strategico”. Ora è mite, ma poi si vendicherà. Ora è giudicato, ma poi giudicherà. Ora la dolce persuasione, poi la forte violenza dell’imposizione.

Così riassume Cirillo: “Allora in un disegno di amore misericordioso venne per istruire gli uomini con dolce fermezza, ma alla fine tutti, lo vogliano o no, dovranno sottomettersi per forza al suo dominio regale”.

Giustamente Giuseppe Barbaglio parla del Dio “bifronte” che è presente non solo nella Bibbia ma nei Padri della Chiesa e fino ad influire il Magistero ecclesiastico, e si irradia dai banchi del catechismo parrocchiale.

Questo cristianesimo è segnato da una interna contraddizione e sta sempre più implodendo. La sua fine è l’unica via di uscita per raggiungerei fine del messaggio “vero” di Gesù. La misericordia è attributo di Dio, è il suo Amore. Dio è “grazia”. La giustizia è il modo con cui l’incondizionato amore di Dio viene recepito dalla creatura, secondo la sua possibilità, crescita, disponibilità. Misericordia e giustizia non sono due attributi da riconciliare in Dio secondo un concetto di onnipotenza secondo cui Dio può far tutto quello che vuole anche che il quadrato sia un triangolo.

Non dico che Dio non è onni-potente, ma è il modo con cui si parla di questa potenza divina che rifiuto, poiché finisce per identificarsi con l’arbitrio,  cioè la capacità di Dio di fare tutto quello che vuole e come vuole. Dio è onnipotente, perché rende capaci tutte le cose di “farsi”. Se tu non vuoi essere perdonato, raccogli i frutti della giustizia, in questo caso se hai sotterrato l’amore di Dio sotto terra e non lo farai fruttificare, investendolo, nulla sarà il tuo frutto.

La misericordia di Dio accolta dalla creatura diventa giustizia: capacità di attivare giuste relazioni. Lo dice bene la preghiera del Padre Nostro. “Perdona a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” Dio perdona sempre e senza condizioni ma io  vivo ed esperimento questo perdono divino solo nel momento in cui lo traduco in giusti rapporti con gli altri, ovvero quando l’amore di Dio diventa giustizia nella mia vita con gli altri.

Dunque, non è Gesù Cristo che nella “seconda venuta” smetterà di essere misericordioso, mite ed umile, ma saremo noi che raccoglieremo i frutti della misericordia di Dio nella nostra vita. Questi frutti sono la conseguenza della ricezione umana della misericordia eterna, senza limiti di Dio, nella propria vita. La Seconda Venuta di Gesù Cristo è il simbolo di ciò che Gesù racconta nelle sue parabole.

La ricezione umana della misericordia divina è ciò che chiamiamo giustizia divina, poiché questa “giustizia” scaturisce sì dall’umano agire ma ha la sua sorgente ed origine ultima in quella realtà originaria che è l’amore di Dio.

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