Tutto è relazione – tutto è grazia

1. Siamo tutti interconnessi (cielo, terra, tu ed io)

2. L’essenza divina è sé “e” tutte le cose.

3. Questa “e” indica la relazione intima di tutte le cose con Dio: non è una relazione “esterna” ma “interna” benché Dio né si risolva in tutte le cose (panteismo) né si separi o differenzi realmente da tutte le cose (teismo). Dio è la Sua relazione a tutte le cose. Si tratta di una differenza “formale” e non reale di Dio da tutte le cose. San Tommaso (Summa theologiae, I, q. 44, art. 3) afferma: “Nella divina sapienza si trovano le essenze di tutte le cose: le quali sono chiamate idee, cioè forme esemplari esistenti nella mente di Dio. E sebbene esse siano molteplici relativamente alle cose, tuttavia non sono in realtà distinte dall’essenza divina, in quanto la somiglianza di questa può essere da più cose diversamente partecipata. Dio stesso è la causa esemplare di tutte le cose”.

4. Questa inter-relazione è cosa “buona”, è il “bene-essere” della realtà. È una condizione originaria, incondizionata. Una benedizione originaria che nulla può distruggere. Dunque, credere che gli uomini sono “intrinsecamente” colpevoli e dunque colpevoli, immeritevoli della grazia e dunque bisognosi della salvezza da qualcosa dal di fuori o qualcun’a/Altro, significa chiudersi alla gratitudine ed ostacolare il flusso continuo ed incondizionato della grazia. Questa è stata l’esperienza di Gesù di Nazareth, per cui era evidente che il Padre celeste “fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Mt 5,45). Siamo fatti di diamante, buoni intrinsecamente, perché il Bene ci abita da sempre, dovunque e comunque. Nulla può distruggere questa “grazia” che circola nelle vene dell’universo, negli eventi, nelle persone, nelle grandi e piccole cose. Non siamo noi a condizionare la grazia, tutt’al più possiamo “interrompere” questa vita della grazia. È come l’aria che respiriamo: non è condizionata dal nostro respirare, ma possiamo volontariamente tapparci la bocca e smettere di respirare. 

5. Questo “bene-essere” è, dunque, la grazia di Dio che tutto pervade e mette in moto tutto il cosmo e porta tutte le cose, e singolarmente, al loro compimento. Infatti, questa inter-relazione con tutti gli esseri che ci costituisce è in divenire, cresce e si perfeziona, perché il “Bene” (ovvero “Dio”) sia tutto in tutte le cose.

6. Questa grazia è accessibile direttamente nel momento “presente”: qui ed ora. Non è l’idea di un’età dell’oro e nemmeno l’attesa di qualcosa/qualcuno che dovrà venire. La grazia abita sempre il “suo” tempo che è qui ed ora.

7. Attraverso il momento presente “entro” nel Regno di Dio che è cielo-terra-io-tu. Quanto più assecondo questo flusso, questa danza graziosa, del ricevere e dare, dare e ricevere, rimane e pulsa in me la vita di Dio. Dio è questa grazia.

8. “Assecondare” il flusso di grazia, significa vivere secondo la natura di Dio che è “Amore”. In questo ci viene ben in aiuto Sant’Agostino che così descrive il flusso della grazia. “Ama e fa ciò che vuoi: se taci, taci per amore, se parli, parla per amore, se correggi, correggi per amore, se perdoni perdona per amore. Sia in te la sorgente dell’amore, perché da questa radice non ne può uscire che il bene” (Agostino, Commento alla Prima lettera di Giovanni 7, 8); “Ama il prossimo e mira dentro di te la fonte da cui scaturisce l’amore del prossimo, ci vedrai, in quanto ti è possibile, Dio” (Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni 17, 8); “Cosa è questa fonte, cos’è questo fiume che scaturisce dal seno dell’uomo interiore? È la bontà che lo spinge a provvedere al prossimo. Se tu ritieni che quanto bevi debba bastare solo a te stesso, non scaturirà dal tuo seno l’acqua viva: se ti affretti invece, a farne parte al prossimo, allora la fonte non seccherà, ma fluirà ininterrotta” (Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni 32, 4).

9. Anche la Preghiera del Padre Nostro vive di questa circolarità di grazia: “Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Dio non condiziona il Suo perdono al nostro merito di aver perdonato, ma il Suo incondizionato perdono ed amore (l’aria) è “esperibile” da noi e lo respiriamo, nel momento in cui “anche” noi amiamo incondizionatamente, nella pura gratuità.

10. Questo vale sia per l’agire che per il contemplare. La grazia di Dio che sempre ci precede, ci accompagna e ci segue – quindi è sempre gratuita – diventa esperibile nella responsabilità personale. A tale proposito scrive Sant’ Ignazio di Loyola: “Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio” (cfr Pedro de Ribadeneira, Vita di S. Ignazio di Loyola, Milano 1998). Ognuno di noi sa bene di dover fare tutto quello che può, anche attraverso tecniche di meditazione ed indicazioni spirituali, ma nella consapevolezza che il risultato finale dipende da Dio: questa consapevolezza lo sostiene nella fatica di ogni giorno, specialmente nelle situazioni difficili.

Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona (Gen 1,31)

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