Ri-pensare la fede?

Extraterrestri/Spaziotempo/Materia.

Solo alcune delle novità che nel secolo scorso sono state rivisitate dalla scienza. È probabile che…. ci siano altre forme di vite in galassie a noi distanti; spazio e tempo non sono realtà “fisse” entro cui sia accadono “eventi” (tempo) sia hanno il loro luogo e presenza “cose” (spazio). La “materia” stessa è possibilità e relazionalità fondamentale. Non ci sono “cose” ma “relazioni” di cui le cose e gli eventi sono le loro espressioni spaziali e temporali.


Orbene…

Non deve stupire il fatto che una cosa che si sa da un secolo non sia ancora diventata conoscenza comune di tutti: è successo lo stesso per molte grandi rivoluzioni concettuali, come la rivoluzione copernicana. Molta gente era convinta che fosse il Sole a girare attorno alla Terra, e non il contrario, anche parecchio tempo dopo la scoperta di Copernico. D’altra parte, la ricerca del sapere va avanti e non aspetta che ad ogni passo seguano tutti da presso. Ora, la novità che viene dalla gravità quantistica è che lo spazio non esiste. Esiste solo il campo gravitazionale, che, come ho raccontato, è fatto di probabilità di quanti di spazio collegati in reti. Mettendo insieme le due idee, la non esistenza dello spazio implica anche la non esistenza del tempo. Il tempo non esiste. È necessario imparare a pensare il mondo in termini non temporali, sebbene questo risulti difficile, sul piano dell’intuizione, perché siamo abituati a pensare il tempo come una cosa a sé stante, che scorre.

Carlo Rovelli, Cos’è il tempo, Cos’è lo spazio?


Come si fa a continuare a dire – come se nulla fosse cambiato nella prospettiva cosmologica, fisica e biologica – che “nella pienezza dei tempi” il Verbo si è incarnato?
Come si fa a continuare a dire che vi sarà un tempo in cui il Cristo ritornerà e accadrà il Giudizio Universale?
Come si fa a continuare a dire che la tomba di Cristo doveva essere vuota perché altrimenti la carne/corpo di Gesù non sarebbero risorti?


Si continua – come se niente fosse – a “raccontare” la Buona Novella con la stessa musica di sottofondo! Certo, vi sono alcuni nella chiesa che vivono in modo schizofrenitco: credendo da tolemaici, pensando da quantistici.

No, non ci sto!

Intellectus quaerens fidem (Sant’Anselmo)… E il viceversa (fides quaerens intellectum) solo nella consapevolezza che la fede interroga le categorie dell’intelletto non per dire e comandare all’intelletto “come” pensare, ma semplicemente per dirgli che l’intelletto non può pensare l’im-pensabile, cioè Dio. Ma niente di più di questo.


Come “pensare” l’im-pensabile….

è compito dell’intelletto, e non della fede.

Il cristianesimo è chiamato a ri-pensarsi “radicalmente”: per esempio, mettendo in questione il concetto di “incarnazione” puntuale (nozione di tempo) di un Dio che “entra” nella storia e nello spazio; il concetto “di in-carnazione“, cioè cosa è la materia, in cui il Verbo si incarna?

Queste ed altre sfide sono inevitabili. Se non le si affrontano, la fede cristiana diventerà sempre più una “favola” e un “mito” da museo dei pensieri che furono.

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