Comprendere. Appunti natalizi di post-teismo

“Comprendere” non si riduce a “pensare”. Comprendere non è, quindi, un’attività esclusivamente mentale. La mente si muove nel mondo degli oggetti – “oggetto” è tutto ciò che può essere osservato e misurato – e cerca di comprenderli attraverso l’analisi e il ragionamento. È un compito essenziale. Tuttavia, se ci riduciamo ad esso, rimaniamo chiusi nella peggiore ignoranza.

Comprendere equivale a “vedere”. La radice sanscrita “vid”, da cui il verbo latino “video” = “vedo” significa, allo stesso tempo, “conoscere” e “vedere”. Questa è la comprensione di cui parliamo. E non la raggiungiamo attraverso la mente (pensiero), ma al contrario, nel silenzio della mente, in una nuda attenzione che trascende il piano delle forme o degli oggetti.

Comprendere significa conoscere esperienzialmente ciò che siamo, “saperlo” nel senso etimologico del “sapore”, della linfa vitale (in inglese: “sap”), del gustare, cioè conoscere esperienziale è sapienziale.  In inglese si usa la parola “under-stand”, “stare al di sotto delle cose”: entrare in sintonia, empatia, dunque conoscere ciò che le cose sono nell’invisibilità, oltre l’oggettiva misurazione.

“Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”

Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo principe

Rimaniamo nell’ignoranza, se tentiamo di dis-taccarci da “ciò-che-siamo” e da “ciò-che-sta-sotto” e rischiamo di non sapere più quello che siamo e di non conoscere veramente le cose stesse del mondo.

Per fare un esempio. La mente presenta gli oggetti del mondo come fa un proiettore quando mostra un film sulla parete dello schermo. Perché gli oggetti possano apparire adeguatamente e farli apparire chiari e distinti è necessario che il tendone sul quale il film viene proiettato sia “assolutamente” bianco, senza oggetti o cose disegnate sopra. Se si proiettasse il film su una parete dove sono presenti oggetti vari di diverse forme e colori, gli oggetti che la pellicola proietta non verrebbero visti chiari e distinti, ma confusi e imprecisi.

Il tendone bianco rappresenta la comprensione, la conoscenza di “ciò-che-siamo” e di “ciò-che-sta-sotto”.  Noi non siamo qualcosa o qualcuno. Se ci identifichiamo con le cose, gli oggetti, i pensieri, le emozioni o le percezioni rischiamo di non comprendere più la sostanza (sub-stantia, stare sotto, under-stand, hypó-stasi) della “realtà-che-è-Sé”. In breve: se la conoscenza di Sé è l’inizio della saggezza, l’identificazione del Sé con le cose, gli oggetti, i pensieri, le emozioni o le percezioni, è l’inizio dell’ignoranza.

La comprensione e la sapienza non viene conquistata o raggiunta. È già e da sempre presente. Basta uscire dalla bottiglia delle nostre percezioni, emozioni e pensieri, perfino dall’immagine che abbiamo di noi stessi (persona, maschera) per unire la “nostra” acqua(forma “finita”) con quella dell’oceano (forma “infinita”): trans-formazione, conversione, risurrezione.

Il Natale celebra la riconoscenza di essere l’infinito (Dio) e l’esperienza sapienziale di trasformazione dalla forma finita a quella infinita. “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere” (Lc 2, 15). Qual è mai l’avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere, etimologicamente: “nascere-con” (con-naïtre)? Il luogo dove il Figlio di Dio nasce è “in” noi, non “fuori-di-noi”. Se q quando Dio nasce, nasce sempre “con noi”.

Il Natale celebra la nostra nascita alla luce, il passaggio dall’ignoranza alla conoscenza della luce che è la Vita di tutto. Aprendomi a ciò che sono al di là di ciò che penso di essere; sperimentando la mia quotidianità a partire da e nello sfondo di “ciò-che-sta-sotto” a tutte le cose e gli avvenimenti della vita, passando dall’io “piccino” al “Sé” della mia identità profonda che è Pura Consapevolezza e com-prende, abbraccia tutte le cose nel silenzio della mente. “Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo rapido corso” (Sap 18,14).

Un pensiero riguardo “Comprendere. Appunti natalizi di post-teismo

  1. l’augurio del Santo Natale : Il Natale celebra la nostra nascita alla luce, il passaggio dall’ignoranza alla conoscenza della luce che è la Vita di tutto. Aprendomi a ciò che sono al di là di ciò che penso di essere; sperimentando la mia quotidianità a partire da e nello sfondo di “ciò-che-sta-sotto” a tutte le cose e gli avvenimenti della vita, passando dall’io “piccino” al “Sé” della mia identità profonda che è Pura Consapevolezza che com-prende e abbraccia sia tutte le cose nel silenzio della mente, rimanendo fermo, oltre le forme.

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