Libertà di scelta e Spontaneità


È libero Dio di fare qualunque cosa? No. Perché? Perché Dio non può scegliere tra bene e male, tra vero e falso, tra giusto e ingiusto. La libertà non è poter “scegliere”. Poter scegliere è non essere ancora sicuri, è ignoranza. Se una mamma prende per mano il bambino per traversare una strada piena di traffico, gli sta togliendo “la libertà” o gliela sta dando? A prima vista può sembrare che gliela toglie, ma è evidente che gliela sta trasmettendo, la sta condividendo con lui; il piccolo sarebbe schiavo della sua incapacità e dalla sua ignoranza dei pericoli.

Occorre distinguere il comune concetto di libertà e il suo vero concetto, cioè: che cosa è la libertà secondo Dio. Di solito si considera che libertà sia poter fare qualunque cosa vogliamo: in questo concetto appare protagonista il proprio volere umano. E questo è già l’errore. Invece il vero concetto di libertà si trova in Dio. Ma per averne un’idea chiara occorre domandare: È libero Dio di fare ciò che vuole? Può fare ciò che vuole? Sì, non vi è dubbio!

Pertanto, il contrario di “libertà” non è propriamente “servitù” o “schiavitù” in senso materiale, ma è “ignoranza” di che cosa sia quella vera, buona o giusta. Una volta che so, che sono in possesso della verità rispetto ad una cosa, non scelgo, ma vado dritto, senza alcun dubbio decido. Così fa Dio. «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi» (Gv 8,31-32). Ma quei Giudei equivocarono il concetto di libertà –come tanti di noi adesso– in senso materiale, dicendo: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno –in che non era vero–. Come puoi Tu dire: diventerete liberi?» (v. 33) In questo modo si considera che libertà sia “fare ognuno ciò che vuole”. Ma Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero» (vv. 34-36).

Perciò, anche per noi, libertà non è poter “fare qualunque cosa”. Libertà è aderire alla Volontà di Dio che coincide con il suo Essere. L’essere “di Dio” è SUO e di tutte le cose. La libertà “radicale” è vivere secondo natura, secondo la natura divina. Schiavitù è svincolarsi da essa per fare la “propria” volontà: il peccato. Chi è “in Dio” non pensa più, non agisce più, non fa più la “propria” volontà ma è UNO-CON ( = UNICUM) Dio. Dice il Signore: «Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a Lui» (Deuteronomio 30,19-20). Non ha detto “puoi scegliere qualunque cosa”. Libertà coincide con Verità, e la Verità è l’essere-uno-in/con-Dio.

Poiché la dualità è ciò che specifica la condizione della finitezza … la libertà della finitezza è la libertà di scelta o libero arbitrio. Scelgo questo o quello. Ma la libertà “divina” dell’infinito non è libertà di scelta ma libertà-da-costrizioni . Pura libertà per il bene. Spontaneità. Dio non ha la libertà di scelta del bene o del male, di scegliere questi o quello! Dio non sceglie il bene! In questo mi trovo all’opposto rispetto a Pareyson & Company. Dio non ha o non aveva la possibilità di creare o non creare il mondo. Dio è spontaneità originaria per il bene e tale spontaneità è creatività.

Dio non può non creare il mondo non perché costretto ma perché irradia se stesso o esprime se stesso in modi finiti, appunto le creature. La nostra libertà è partecipazione di questa spontaneità divina ma nella condizione o stato della finitezza si dà la libertà originaria come libertà di scelta (o questo o quello). Quando la nostra finitezza si dà nella condizione dell’infinità divina ovvero trasformati nell’infinito di cui siamo partecipazione allora non avremo più la libertà di scelta ma questa sarà trasformata anch’essa nella pura ed originaria libertà della spontaneità divina. Dopo la morte – questa è la mia risposta alla tua domanda – NON manteniamo la nostra libertà che sperimentiamo qui, cioè il libero arbitrio, ma  emergerà definitivamente la libertà divina che già sperimentavamo in maniera offuscata o nascosta già qui.

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