Trasfigurazione della libertà

“Chi ha esperienza lo capirà, e vedrà che sono riuscita a dire qualcosa; Chi non ce l’ha, non mi stupirei se sembrasse una totale assurdità”

Teresa di Gesù, Il Libro della Vita 26,6.

Le cose non sono come sembrano, la scienza moderna – fisica quantistica e neuroscienze – ce lo ricorda ad ogni istante. E questo vale anche per noi: non siamo ciò che sembriamo.

Sembriamo essere -la nostra mente lo vede così- un sé particolare che ha coscienza, autonomia, libero arbitrio… E tendiamo ad essere così identificati con quel modo di vedere noi stessi che, in generale, è estremamente difficile aprirsi fino ad un altro modo.

È uno stato di ipnosi. La persona ipnotizzata non può vedere oltre ciò che lo stato stesso consente. Identifica il suo mondo ipnotico con la verità e descriverebbe le parole di qualcuno che gli parlasse di un’altra realtà, al di là di quella che percepisce entro i suoi stretti limiti, come “sciocchezze” – per usare l’espressione di Teresa de Jesús – o allucinazione.

L’allegoria della caverna di Platone viene ripetuta più e più volte. Come quei personaggi, chiusi nel buio di una mente chiusa in se stessa, non ci rendiamo conto di vedere solo “ombre” ed etichettiamo come “follia” ogni altra realtà che trascenda i limiti mentali.

Le “ombre” sono tutti oggetti che possiamo percepire. E l’oggetto è anche il sé, poiché possiamo osservarlo. La domanda che può interrogare la nostra ipnosi è questa: Cos’è Quello che è consapevole degli oggetti e del sé? Perché solo Quello sarà l’unico soggetto, l’unica cosa veramente reale, l’unica cosa che non sia solo un’ombra passeggera.

Ciò che è cosciente -la prima realtà- è consapevolezza (vita, totalità…). E posso scoprirlo da solo grazie silenziando la mente.

E quello che vengo a scoprire è che, propriamente parlando e senza negare il livello di “personalità”, non sono una persona che ha consapevolezza, ma consapevolezza “rivestita” con una “maschera” cioè una “persona”.

Oltre la persona (ego) c’è la consapevolezza che è la Mente di Dio o Cosmica che si esprime nella finitezza delle sue manifestazioni. Quando comprendo questa manifestazione o apparenza della consapevolezza dal punto di vista della finitezza, cioè la mia mente, questa manifestazione diventa la mia persona o impersonificazione della Consapevolezza Assoluta. La nostra persona è la rappresentazione mentale della Pura Consapevolezza che si esprime nei suoi molteplici modi. In noi ri-suona (per-sona) la voce o suono di Dio o Assoluto. Noi siamo questo “ri-” cioè “ri-ad-presentatio” della realtà Originaria

Ma allora la nostra libertà è un’illusione? È un’illusione il mondo che ti si presenta nel sogno? Fintanto che sei nel sogno è vero; nel momento che ti svegli riconosci che quel mondo è un’illusione. Il libero arbitrio, la libertà di scelta, è libertà imperfetta! Poiché crediamo di poter scegliere il bene e il male, ma se il male è mancanza di bene, la capacità di scegliere il bene e il male diventa capacità di scegliere il bene e il meno-bene o non-bene. Ma il “non” bene – se scelto – è scelto per il bene e non per il nulla (il “non” – del bene).

Il libero arbitrio è una illusione. Se scegliamo, scegliamo comunque sempre e solo il bene! C’è solo la libertà determinata al bene – non “in-“determinata – … ma questa libertà determinata “al” bene è resa possibile “dal” bene, ovvero, è libertà determinata dal bene. Il bene “mi” determina a sceglier”lo”. La fede cristiana parla di “grazia” cioè che la GRAZIA (= BENE) determina la mia libertà.

Dunque, è una illusione considerare la libertà come libertà di scelta tra il bene e il male. Se così fosse, di Dio non si potrebbe dire che è “libero”. Essendo perfetto non sceglie l’imperfetto bene ma solo ed esclusivamente il Bene. Poiché Dio è il Bene, Dio sceglie solo ed esclusivamente se stesso. Ma la perfezione di Dio si dà in infiniti modi perché il Bene è per sua natura DIFFUSIVO e COMUNICAZIONE di SÈ.

Dio sceglie se stesso (= BENE) e tutti i modi con cui si manifesta. Le manifestazioni del BENE sono dette “imperfette” quando la mente paragona Dio con le sue molteplici manifestazioni, confronta il Bene “perfetto o compiuto” con le manifestazioni infinite del Bene. Ma ogni singola manifestazione del Bene è detta “impropriamente” imperfetta. E ciò accade quando “ASTRAIAMO” ovvero “SEPARIAMO” questa o quella manifestazione dal BENE che è DIO, confrontando questa manifestazione con quell’altra oppure con il BENE stesso. Ma dal punto di vista del BENE cioè di Dio (sub specie dei) ogni singola manifestazione di Bene è “perfetta” e “unica” nel senso che è “relazione-al-Bene”, raggio dello Splendore del Bene.

Ciascuno di noi, ogni creatura, è una TEOFANIA eterna, perfetta, gloriosa e splendente. Il lavoro spirituale consiste semplicemente (!) nell’adeguare la mente con la visione, passando così dall’illusione alla verità.

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